Il peso e il potere che sono in grado di esercitare negli Stati Uniti i fondamentalisti evangelici e i “born again” sulla politica bellicista e filo israeliana in particolare sono sempre stati considerevoli, anche prima di Trump e di Steve Bannon. Ho potuto verificarlo personalmente con una lunga indagine condotta a metà degli anni ottanta per Tg2 Dossier in vari Stati americani, dalla Costa orientale al Texas alla California. Erano i tempi di Reagam e Bush senior, quando i predicatori elettronici e uno di loro in particolare, Pat Robertson, puntarono senza successo alla Casa Bianca. Ora con Trump la loro influenza potrebbe farsi sentire ancora di più (nandocan)
***da RemoContro, 9 gennaio 2018
Steve il Barbaro
Steve Bannon, “Steve il Barbaro”, lo chiama Maria Antonietta Calabrò. Steve Bannon schiantato nel “Crash test” contro Donald Trump col libro Fire and Fury. Tra i tanti cambiamenti attesi, anche una fase nuova nei rapporti tra Usa e Vaticano, tra Trump e Francesco.
Ma rimaniamo a Bannon. «Apologeta dell’oscurità e del male, sostenitore, diciamo così, del ‘lato oscuro della Forza’, per stare alla saga di Star Wars, seguace del fascista esoterico Julius Evola, era stato proprio Bannon a puntare lancia in resta contro Papa Francesco e il Vaticano, facendo leva su un gruppo di ultraconservatori, a cominciare dal cardinale Raymond Burke (patrono dell’Ordine di Malta, commissariato dal Papa)..».
‘Sedevacantisti’ e dintorni
Molto interessanti i dettagli ignoti a chi è estraneo al mondo vaticano. La caduta dell’ “uomo nero” di Trump, teorico del suprematismo bianco e dell’apocalisse sociale, lui, e i conservatori cattolici anti Papa Francesco. I cattolici americani ultraconservatori accusati su Civiltà cattolica di aver stretto un’alleanza con gli evangelici che hanno appoggiato Trump, costruendo una specie di “ecumenismo dell’odio”.
Retroguardia (in tutti i sensi) dello schieramento, i cosiddetti “sedevacantisti” alla Socci, i quali sostengono che fu un complotto dei Democratici americani a spingere alle dimissioni Benedetto XVI, l’unico legittimo Pontefice.
L’ecumenismo dell’odio
A luglio 2017, nell’articolo di Spadaro e Figueroa su Civiltà Cattolica, era citato espressamente Bannon come supporter di una “geopolitica apocalittica” che invoca una sorta di Armageddon su questa terra tra Bene e Male, «sfruttando i sentimenti religiosi in funzione di una forte polarizzazione politica con una lettura letterale della Bibbia molto simile a quella compiuta dai jihadisti del Corano».
Ad agosto, quando Bannon lasciò la carica di chief strategist -sempre Maria Antonietta Calabrò-, lo storico italiano Alberto Melloni ha twittato: “Un antico adagio diceva ‘chi mangia papa crepa’. Lo stratega dell’assedio a Francesco è caduto nella sua strategia”.
Oltretevere-Washington
Ma già a fine maggio, la visita di Trump al Papa, Bannon non era presente nella delegazione ed era rientrato anticipatamente a Washington, mentre il ruolo di ‘softpower’ nei confronti della Santa Sede venne allora svolto da Ivanka Trump, usando toni molto differenti rispetto alle teorie di Bannon, specie sui temi degli immigrati e degli ultimi.
«Adesso che il presidente, con la pubblicazione del libro Fire and Fury, ha potuto provare sulla sua pelle di cosa è capace “il Barbaro”, questo forse potrà aprire una breccia nella sua visione delle cose, e “una possibilità di maggiore dialogo anche con la Santa Sede”, commenta qualcuno Oltretevere». E Maria Antonietta Calabrò è giornalista sempre molto bene informata.















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