“Pactum condendum”, titola Corradino. Ma il patto è stato fondato da un pezzo. Come affondarlo, questo è il problema (nandocan).
***da corradinomineo.it – Piove, frana la montagna e inghiotte una casa, due morti. Succede di nuovo in Liguria, a tre anni da un’altra alluvione di Genova e dal crollo delle 5 terre. Nonostante tutto il parlare che si è fatto, e si fa, dell’assetto idrogeologico. “Hanno ucciso la Liguria” titola il Fatto.
“223 miliardi!” L’Europa ha scoperto che c’è una differenza tra crescita del prodotto interno e Irap versata tra il 2007 e il 2012 proprio di 223 miliardi. A tanto ammonta l’evasione o, se si preferisce, l’elusione fiscale. In compenso, abbattiamo le tasse per tutti gli imprenditori, anche per chi, come Bertelli (Prada), produce in Transnistria (protettorato dell’ex KGB) giacconi che gli costano 40 euro e che vende a 2mila. Poi si permette pure di dare della “stupida” alla Gabanelli che gli ha scoperto il gioco.
Naturalmente lo Stato ha bisogno di soldi: “Acconti e tasse di fine anno. Il fisco a caccia di 86 miliardi”, avverte il Sole24Ore. E siccome di patrimoniale vera non è permesso parlare, “invece di colpire evasori e grandi patrimoni immobiliari si è finito per pesare soprattutto su chi possiede una sola abitazione, quella in cui vive, e sulla quale magari paga anche il mutuo”. Lo scrivono Fracasso e Saldutti, sul Corriere, e prevedono che la revisione del Catasto servirà a spremere meglio il ceto medio.
Un turista curioso, capace persino di leggere tra le righe dei nostri giornali, potrebbe raccontare così il Belpaese. Molti italiani, invece, si appassioneranno al Patto, che ora va rinnovato per renderlo a prova di ogni crisi, e dunque inevitabile. Titolone della Stampa: “Renzi Berlusconi, ultimo atto”. I due si incontrano oggi, dopo che ieri il Premier ha promesso ad Alfano la soglia al 3%, qualche preferenza e niente premio alle coalizioni, tanto per indebolire, e dunque ammorbidire il solito Silvio. Il quale però s’è accordato con Fitto, per ripararsi dal fuoco amico! Appassionante.
Tant’è che il Giornale esulta: “La svolta di Berlusconi. Riforme e non solo”. Che cosa sia questo non solo (abrogare la Severino, mettere al riparo le aziende di famiglia?), vai a capire! Stefano Folli vede un “cavaliere semi alleato sul viale del tramonto”. Per Repubblica: “Italicum, arriva il sì. Pronto l’accordo Renzi Berlusconi”; ma ora “bisogna correre” chiosa il Premier. Poi, chissà perché proprio oggi, gli acuti e fortunati retroscenisti di Palazzo Chigi, Bei e De Marchis, rivelano che Mediaset ha chiuso “i primi nove mesi del 2014 con una perdita di 46,8 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Vai a vedere che il “Patto” si concluderà con la garanzia di un nuovo duopolio televisivo? Questa volta tra lo “squalo” Murdoch e il “caimano”Berlusconi. Rai? Pensi a Rai Educational. Lo ha detto Renzi. Nessuno più parla di conflitto d’interesse.
Fuori dal patto, d’altronde ci può essere spazio solo per la rabbia e la protesta sterile. Se no il racconto non viene bene. Così sulla Stampa, Elisabetta Gualmini, nota come Grillo perda appeal a favore di Salvini. I talk show devono averlo già capito dato che cercano “l’altro Matteo” da mane a sera. La minoranza Pd, ci racconta però un trafiletto del Corriere, lancia “un laboratorio”, si chiamerà “articolo 1” (della Costituzione!). Servirà – spero – a porre qualche semplice domanda. È giusto regalare a un partito del 40% un bel premio di ben 120 deputati, e così fa 55%? Perché non si può tornare ai collegi uninominali o, in alternativa, eleggere tutti i parlamentari con la preferenza? Immagino la risposta. Gufi, tacete! L’Italia è malata, solo un Patto la salverà!















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