
Eppure l’inerzia di questo e del precedente Parlamento ha fatto in modo che nulla accadesse. Ogni volta c’era qualcuno, anche nel Pd, che pensava “beh, la legge elettorale sfida ogni ragionevolezza, ma fino a oggi ne hanno beneficiato gli altri … ora è il nostro turno di governare anche con una minoranza dei voti”.
Tutto questo in nome della governabilità. E così le parole accorate del Presidente della Repubblica cadevano nel vuoto. E la legge truffa restava.
Questo atteggiamento ha costretto la Corte Costituzionale a riempire il vuoto creato dal Parlamento e a fare ciò che dettava il buon senso: abolire un premio di maggioranza illimitato e ridarci la libertà di scegliere i nostri rappresentanti.
Ma questo Parlamento può riscattarsi. La stessa Corte, nel decidere, ce lo ha ricordato e ha dato al Parlamento tempi e spazio per farlo. Riformi immediatamente la legge elettorale. E nel farlo ci dia un sistema semplice dove ognuno di noi, in ogni collegio, possa esprimere una e una sola preferenza. E in cui dopo il voto tutti noi (votanti o meno) si sappia chi rappresenta in Parlamento il nostro collegio. Per “starle/gli addosso”, per chiedere conto, per indurla/lo a trascorrere sul territorio almeno due notti a settimana, vivendo la vita di tutti noi. Questa è la vera “governabilità”.
Se poi, Parlamento, saprai adottare un sistema uninominale a doppio turno, ognuno di noi potrà esprimere non solo la sua prima preferenza (al primo turno) ma anche, se necessario, la seconda (se il nostro candidato preferito sarà uscito di scena). E i partiti avranno la possibilità di costruire alleanze sui contenuti, prima e non dopo il voto.
E’ la proposta di Piero Ignazi sulla quale mi auguro, Parlamento, che saprai agire. Siamo al 95-esimo minuto, ma puoi farcela !















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