Dopo la requisitoria di Zanda e la difesa di pochi colleghi, è arrivata la richiesta esplicita di dimissioni dal gruppo senatoriale. Quella implicita l’aveva ricevuta da tempo e “il Pd non espelle nessuno”. Stamani Mineo lascia il gruppo e (probabilmente) anche il partito. Molti si stupiranno che non l’avesse ancora fatto (nandocan).
***di Corradino Mineo, 28 ottobre 2015 – Il bicchiere mezzo pieno. Repubblica: “Ue, Junker apre alla flessibilità. Sì alla manovra”. Dopo l’Ungheria, dopo la Polonia, il governo dell’Europa sarebbe disponibile a tollerare un aumento del deficit dei paesi che accolgono i migranti. Per Renzi vorrebbe dire poter tagliare l’Ires, rendendo la manovra meno esangue. E mezzo vuoto. Corriere: “Profughi, la beffa delle quote”. Dovevano essere trasferiti 40mila rifugiati, finora accolte 525 richieste. Roma ha speso 1 miliardo e ha ricevuto 310 milioni. Il Giornale: “Renzi ci fa invadere per denaro”.
Calano i tassi, ristagna l’inflazione. La notizia che titoli a due anni del debito italiano sono stati venduti ieri con rendimenti negativi é rimbalzata in prima pagina del Financial Times. É l’effetto della cura Draghi, immettere liquidità sperando che questo smuova consumi e prezzi. La stessa cosa fanno altre 4 banche centrali, da quella cinese alla Fed (secondo Fubini, Corriere, “i clintoniani assediano la Yellen perché non alzi i tassi). Tuttavia i prezzi ristagnano, l’inflazione non si muove e la crescita è assai modesta. “Sui mercati -scrive Morya Longo del Sole- emerge una crescente sfiducia sull’efficacia delle politiche monetarie ultra espansive senza riforme strutturali”.
Perde voti, ma conquista potere. Chi? Alfano. Il suo partito è accreditato di un 3% dei voti, ma Alfano ha convinto il segretario-premier a imporre al Pd (renitente) il tetto del contante a 3mila. Un giudice del consiglio di stato, attivista cattolico e ultras del tweet, ha dichiarato “Nulle le nozze gay all’estero”, la Stampa. L’esame della legge sulle unioni civili slitterà al prossimo anno. “Il sesso dell’Angelo”, titola il manifesto e Massimo Franco, Corriere, parla dello “strano asse tra premier e Ncd”. “Renzi – scrive- ha bisogno di presentarsi alle urne non con un partito, ma con un’alleanza. Per questo il patto reggerà, seppure sbilanciato”.
Volano stracci democratici. “Non posso essere cacciato con ignominia”, ha detto Marino e oggi potrebbe ritirare le dimissioni. “Dove pensa di andare” sbotta al telefono dal sud America il premier con la sua Maria Teresa Meli. “Sta facendo una figuraccia”, chiosa Orfini. Crocetta azzera la terza giunta in tre anni. Bersani: Pd isolato sulla manovra. De Luca accusa Rosy Bindi di aver commesso “un atto infame” -dire che per il codice votato anche dal Pd lui non non doveva essere candidato- e la definisce “impresentabile da tutti i punti di vista”.
Ho avuto l’onore di un’assemblea dei senatori Pd tutta per me. A sorpresa – non si conosceva l’ordine del giorno – ieri Zanda ha liquidato il mio dissenso sulla riforma costituzionale come una questione disciplinare. Avrei “violato lo statuto” per non essere entrato nella sua stanza per confessargli che avrei votato no – cosa che sapevano tutti e che avevo detto pubblicamente e nel gruppo -, ha fatto una lista di dissenzienti “buoni”, Amati, Casson e Tocci da contrapporre al cattivo. Poi ha aperto le danze. “Abbiamo raggiunto un compromesso e Mineo lo attacca in aula”, “Interviene e lo applaudono i 5 stelle”, “Cerca visibilità”, “Ci ha dato dei servi” – in verità avevo detto, correggendo la Finocchiaro, che Ponzio Pilato non era stato neutrale davanti alla condanna di Gesù, perchè il suo padrone, l’imperatore, era dalla parte del Sinedrio, e dunque quel lavarsi le mani era stato atto di servile ipocrisia-, “C’è stato un congresso, basta risse da pollaio”.
Qualche intervento in dissenso. Per Tocci un partito in franchising come quello di Renzi non può pretendere una disciplina da centralismo democratico, Fornaro ha lamentato il linciaggio preventivo che la narrazione del premier fa delle posizioni di minoranza. Lo Giudice ha sottolineato come la libertà di coscienza (e di dissenso) venga invocata dal vertice solo quando gli conviene (per esempio per edulcorare le unioni civili). Ma nel complesso la riunione è stata quel che è stata: la richiesta delle mie dimissioni. Perchè Renzi non espelle nessuno, con Renzi ci si auto espelle. E Zanda non vuole altri casi Mineo sulla legge di stabilità. Capita l’antifona, stamani presento le dimissioni.















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