“La rivoluzione Trump” sta portando alle urne l’america che non votava. Cittadini che non hanno mai creduto nella politica, non si sono mai sentiti rappresentati, sono accorsi in massa alle primarie del Supermartedì, esaltati da uno showman che gli promette “Vi farò grandi di nuovo”. Leggendo parole come queste di Federico Rampini, sulla Repubblica dell’altro ieri, non ho potuto fare a meno di chiedermi se osservazioni analoghe a queste potrebbero essere fatte domani in Italia, magari all’immediata vigilia delle elezioni politiche. Un altro contesto, certo. Ma la platea degli astenuti, dei cittadini delusi dalla politica, non solo a destra ma ormai anche alla sinistra del PD, si va pericolosamente allargando. E gli showmen anche da noi non mancano. Vorrei che se ne rendessero conto i tanti amici e compagni della nostra sinistra che in queste settimane si incontrano per progettare il futuro delle nostre città. Sinistra italiana, Sel, Possibile, Contaci, Comitato per la difesa della Costituzione, Libertà e Giustizia e così via. Procedere divisi per qualche dettaglio di programma o, peggio ancora, su una candidatura, è suicida. Soprattutto se andiamo nella stessa direzione, come ho constatato personalmente frequentandoli tutti. Camminiamo insieme. La campana di Bernie Sanders suona anche per noi. (nandocan).
***dal blog di Antonio Sicilia, 3 marzo 2016 – A prescindere dall’esito di queste primarie, la più grande sfida di Sanders rimane quella di ricostruire (dopo decenni) un’ala sinistra nel Partito Democratico.















Commenti recenti