Sarebbe ora che si smettesse di guardare ai drammi mediorientali come tifosi assiepati sulle gradinate, o nascosti dietro la serratura di internet e certi falsi.

Questo vuol dire che bisogna intervenire, sparare, fare un bel golpe? No.
La lezione di questi terribili fatti è che una volta fissato che non si può scendere a patti con chi commette crimini contro l’umanità, per il resto in Medio Oriente c’è solo una bussola, quella della democrazia consensuale. Sarebbe inimmaginabile dopo la rivoluzione in Siria un governo contro gli alawiti, contro la comunità alawita. Impensabile e tragicamente sbagliato. Come è sbagliato inseguire in Egitto la via del dispotismo illuminato.
Questa scorciatoia, su cui spese parole bellissime Borges, non è a portata di mano nel Levante, società complessa che un tempo però si articolava tra diverse appartenenze, oggi solo sui confini confessionali. E allora per disfare questa matassa bisogna disfarla insieme. E tornare a dividersi tra progressisti e conservatori, destri e sinistri: questi possono trovarsi in maggioranza o all’opposizione, non cristiani, drusi, sunniti, sciiti e così via. Ecco allora che la formula magica a cui bisogna tendere è “diritti all’individuo, garanzie alle comunità”.
E’ un errore considerare le società complesse del Levante (e dell’Egitto) come le nostre. Per smantellare il confessionalismo bisogna ripartire da lì, dal confessionalismo, emendandolo con il concorso di tutti, inclusi i Fratelli Musulmani ovviamente. Le formule possono essere tante, ma una va esclusa: le catechesi diurne di giudici nostrani che dalle home page dei loro giornali sentenziano la morte dell’Islam moderato quando 17 milioni di egiziani (musulmani in buona parte forse?) tutti insieme scendono in piazza per dire a Morsi di fare le valigie, o altre amenità simili. Ieri Repubblica (perché non dargliene atto?) ha pubblicato uno strepitoso articolo di T. Friedman: auspicabile che lo abbiano anche letto.
Finché il “mondo laico” si identificherà con i generali, da Ataturk a Gheddafi, da Assad padre a Mubarak, si renderà complice di quell’autoritarismo che ha impedito la democrazia consensuale. E’ l’ora di superare il bivio impossibile tra generali e religione, per consentire alle religioni di tornare a essere ciò che sono, non “la soluzione”, ma “solide base valoriali”. (tra le quali è ampio il famoso overlapping consensus).















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