Dall’appello di Nicola Fratoianni traggo qualche indicazione sulla natura del progetto di un nuovo soggetto politico, nella fragile speranza che possa rappresentare davvero quello “spazio aperto, democratico, autonomo” dove fare incontrare e collaborare – come invoca il coordinatore di SEL – tutte le iniziative, nessuna esclusa, avviate in questi mesi nel popolo di sinistra, deluso dal PD ma anche, vorrei precisare, dalle fallimentari esperienze scissionistiche del passato prossimo e remoto. (nandocan)
“…..Occorre una forza della sinistra, ma per farla davvero occorre che i vizi della sinistra non prendano il sopravvento: una sinistra fatta a pezzi, pezzetti e correnti non è una forza. La sinistra boccheggiante che si ritrova in improbabili cartelli elettorali è un’esperienza che ha contribuito a quella delusione di milioni di persone. Quest’Italia davvero non ci capisce più, per tornare a parlarle dobbiamo cambiare, sciogliere le organizzazioni esistenti, ripartire dalle persone, dal desiderio che c’è di affrontare insieme le lotte importanti che parlano della vita quotidiana di tanti e tante. Per poter cogliere il futuro dobbiamo metterci in discussione: fino in fondo.
Per questo facciamo Cosmopolitica: per avere rispetto delle persone di sinistra di questo paese. Per imparare a morderci la lingua ogni volta che torna l’istinto di parlare di questioni interne, di manovre sui gruppi dirigenti, invece che della sofferenza e dell’ingiustizia che ci circonda. A dicembre, al primo congresso di questa nuova forza politica, dichiareremo la fine dell’era delle accozzaglie a sinistra, la fine del politicismo che ci ha fatto ammalare. È una premessa obbligata, più ancora che una promessa.
Tra pochi giorni a Palazzo dei Congressi comincia il nostro cammino e la nostra maturazione: dev’essere un cammino tra pari, radicalmente democratico, con la bussola del territorio e della sua dimensione sociale a fare da guida. Mutualismo, radicamento, innovazione, partecipazione sono i punti cardinali di questo progetto. Per questo pensiamo ad una community digitale, una piattaforma di discussione e decisione on-line, che accompagni questo percorso, al servizio di attivisti e militanti impegnati nel difficile compito di trasformare i vettori comunicativi digitali in presenza, mobilitazione, legame collettivo e protagonismo territoriale. Una piattaforma che non si sostituisca all’attività territoriale quindi, ma che la sostenga e ne amplifichi la capacità di coinvolgere persone e corpi sociali.
Un cammino aperto e inclusivo, con una campagna di adesione che sia prima di tutto un modo di incontrare ciò che in questa Italia testardamente cerca riscatto e prospettiva: luoghi del sapere e del lavoro, associazioni di volontariato, comitati, lotte per i beni comuni, per la tutela della salute, per i diritti civili, esperienze di buon governo, spazi culturali, imprese giovanili e innovative. Dobbiamo arrivare in ogni angolo del paese, in ogni strada, in ogni quartiere con le campagne che avvieremo insieme a Cosmopolitica sui saperi, sull’ambiente, sul lavoro e sulla democrazia.
Non avrebbe senso di fronte a questa sfida costruire già oggi un gruppo dirigente che sarebbe solo la fotografia di quel che c’è e la chiusura nei confronti di quel che non c’è ancora. Abbiamo molta strada da fare: mettiamoci in condizione di convincere, offrire spazio, coinvolgere chi vorrà raggiungerci nei prossimi mesi. Per questo credo che dovremmo dotarci di comitati promotori meramente funzionali e tassativamente transitori, sul livello nazionale e su quello locale: verrà dopo, al congresso, il momento in cui in piena e totale democrazia potremo scegliere insieme a chi affidare la responsabilità di coordinare le nostre attività….”















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