Agli auguri di Mineo, che condivido, aggiungo il mio che gli elettori italiani, a cominciare dai più delusi, comprendano finalmente che la politica non è necessariamente “una cosa sporca” ma l’unico modo di ripulirla è quello che ognuno faccia la propria parte, scegliendo consapevolmente la buona politica e la buona informazione, mettendo quando è possibile la sua capacità di giudizio e la sua competenza al servizio della comunità in cui vive (nandocan).

È la buona informazione, sapete! Quella che magari da principio vibra e freme davanti a storie edificanti e tonificanti (dell’orgoglio nazionale), ma poi indaga, si pone domande, ascolta chi narra l’altra faccia dell’accaduto e torna sul fatto. A uso dei lettori. Non è politica pure questa? Sì, buona politica. Perché senza verità, e senza pubblicità dei fatti, non si costruiscono soluzioni valide né durature. Perciò il nostro sistema, pure scassato e corrotto, ma con una certa divisione dei poteri e delle funzioni e l’abitudine a valutare criticamente dati e affermazioni, è il meno peggio sul mercato.
Prendete Putin, ha certamente ragione quando insorge contro l’annessione dell’Ucraina alla Nato, né ha torto se accusa Stati Uniti e Occidente per il crollo del rublo, ma è inaccettabile che faccia arrestare il blogger Navalny, che non tolleri alcuna opposizione, che identifichi il destino della Russia con il suo personale. Una politica estera degna di questo nome – e penso che Gentiloni se ne renda conto – dovrebbe liberare la questione russa dalla difesa miope dei cosiddetti interessi occidentali (che non sono altro se non malintesi interessi americani) ma dovrebbe essere ferma sulla difesa dei diritti dell’uomo e sulla libertà di stampa. E una buona politica estera (italiana ed europea) dovrebbe criticare Obama per il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza sullo Stato della Palestina. E dire agli Israeliani che l’unica altra via è un solo Stato per due popoli uguali.
Finisce il 2014, cosa ci ha portato? La velocità, l’impeto, la voglia di vincere di un giovane leader. È una buona cosa? Sì, lo è. Ma sul piano delle scelte economiche, il nostro governo si colloca a metà strada tra Merkel e Rajoy. La crisi? Colpa dello Stato che non lascia fare all’impresa, dei lavoratori poco flessibili, dei dipendenti pubblici fannulloni. Rajoy vuole sfondare la Spagna alla ricerca dello shale oil, il governo insegue la chimera delle trivellazioni al largo delle nostre coste. Bini Smaghi (futuro ministro dell’economia?) spiega su Repubblica che la ristrutturazione del debito greco la pagheremmo anche noi: dunque dagli a Tsipras!
Sul piano della lotta alla corruzione e all’evasione, annunci timidi, rinvii e strizzate d’occhio a chi imbroglia, ma solo un poco. Per carità, non amiamo certo i manettari, ma qualche esempio servirebbe, invece di lamentarsi per l’eccesso di carcerazione preventiva (l’unica che sia possibile) ai danni di colletti bianchi (politici, imprenditori, mediatori d’affari) corrotti e talvolta amici dei mafiosi. Quanto alle riforme istituzionali messe in campo, il Senato resterebbe ma solo come un inutile costo, poco più che una foresteria romana per cacicchi dei partiti regionali. Con l’Italicum ogni 5 anni eleggeremmo -quasi a suffragio universale diretto- un premier fortissimo, ma circondato da parlamentari (troppi e poco noti) che si è scelti lui e con un’opposizione che non conta e può solo strillare.
Non ci siamo, il gioco ormai è scoperto, ma nulla è perduto. Nella battaglia di minoranza per un Senato delle garanzie, nelle proposte Grasso contro la corruzione, nella battaglia per il doppio turno di collegio, nella richiesta di Landini di una diversa politica industriale anziché punire come sempre il lavoro, nell’idea di un’Europa più forte e democratica a cui delegare poteri di controllo e di gestione ma in cambio di solidarietà fiscale e di un rilancio vero degli investimenti, nella battaglia che daremo per una scuola che sia una, formativa e autonoma, si trovano tutti gli utensili per correggere improvvisazioni ed errori dovuti alla fretta con cui si è ripescato nello scemenziario degli ultimi (tristi) 20 anni. Buona politica e buona informazione a tutte e a tutti nel 2015!















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