di Rino Giacalone, 18 settembre 2013 – C’è un processo in corso in Sicilia, a Palermo. Imputato un politico, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Si tratta del senatore trapanese, Antonio D’Ali’.
Banchiere trapanese, classe 1951, senatore dal 1994, sottosegretario all’Interno dal 2001 al 2005, presidente della commissione Ambiente a Palazzo Madama nella scorsa legislatura, oggi vice presidente dei senatori del Pdl, capogruppo del Pdl in commissione Finanze, rappresentante del Parlamento Italiano presso l’associazione parlamentare euro mediterranea e presidente del consorzio universitario della provincia di Trapani, è l’ennesimo politico che in Sicilia incorre in questa accusa.
Notoriamente ha intrattenuto rapporti con il clan mafioso del Belice, con i Messina Denaro, con don Ciccio prima e con il figlio di questi dopo, il superlatitante Matteo Messina Denaro. Sono stati suoi campieri, secondo l’accusa sono stati una sorta di “compagni di merende”, assieme, in occasione di campagne per la vendemmia nei suoi feudi belicini di Zangara. Pare, anzi senza pare, più volte D’Alì è stato in loro compagnia e in compagnia di tutta una serie di soggetti che via via però, nel tempo, sono finiti nella rete della giustizia antimafia..
..omissis..
…..Ora provate a cercare tutte queste notizie sulla stampa.
Non c’è nulla. O meglio trovate pedissequamente riportate le dichiarazioni diffuse alle redazioni dai suoi difensori. E così nei giorni in cui a parlare sono stati i pm, è come se avessero discusso gli avvocati con le loro arringhe. Le parole dei pm? Niente a parte qualche eccezione non le trovate.
Il processo si svolge col rito abbreviato e quindi a porte chiuse, la difesa si è opposta all’ingresso dei giornalisti, e però ai giornalisti puntualmente fornisce il suo pro memoria.
A nessun giornalista, anzi a moltissimi giornalisti, tranne qualche eccezione, è venuto in mente di andare a cercare i pm Guido e Tarondo. E così il dibattimento non è sui giornali, sulle tv. A Trapani poi è praticamente sparito.
D’Altra parte Trapani è Gommopoli dove tutto sparisce presto inghiottito da questa strana gomma che assorbe tutto quello che di non buono avviene in città, qui la mafia continua a non esistere.
E l’informazione pure.
*estratto da Libera Informazione, il grassetto è di nandocan















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