19 ottobre 2013. Le cose cambiano cambiandole, scriveva allora Pippo. E su nandocan commentavo: “22 cartelle che vale la pena di leggere per intero (ma c’è anche il grassetto che aiuta) da quanti come me riconoscono ancora al PD qualche possibilità”. Eravamo ancora nel Pd e qualche speranza ancora cercavamo di nutrirla nel futuro di quel partito. Cinque anni dopo quel documento e quel commento, possiamo dire che per quel tanto che le cose sono cambiate non è stato certo per il meglio. Così ora quelle speranze si sono trasferite altrove e Civati insieme a tanti altri fa ancora il “Possibile” per realizzarle. Tuttavia anche e soprattutto a sinistra non abbiamo ancora superato (del tutto) quello che è sempre stato e continua ad essere il principale ostacolo al buon funzionamento della politica italiana, l’autoreferenzialitá. Chi ha seguito in questi anni nandocan avrà capito che io la penso esattamente all’opposto di Eugenio Scalfari e come Zagrebelsky penso che una vera democrazia si costruisce soltanto dal basso, non con la delega in bianco del voto ( o dell’applauso o del sondaggio più o meno guidato) a un’oligarchia. Per questo ho voluto proporvi ieri quel video, “Ad alta voce contro la povertà e le disuguaglianza” invitando tutti, dopo averlo visto ed eventualmente apprezzato a diffonderlo tra i vostri contatti in rete. Come si sta cominciando a vedere in cento piazze italiane e come Francesca Fornario della FIOM ha appassionatamente ricordato nell’intervento registrato dal video, noi siamo una COALIZIONE. Io dico che potremo esserlo solo quando avremo finalmente capito che proprio le nostre diversità, anziché dividerci, ci aiuteranno a costruire il “partito delle possibilità”.
* Qualche giorno dopo, il 31 0ttobre del 2013, commentavo: “Tutti i casini che stanno succedendo nei circoli Pd di mezza Italia per l’elezione dei segretari di federazione sono conseguenza della follia di consentire l’elettorato attivo fino a un istante prima del voto. Largo anche ai tesseramenti d’occasione. Il fatto è che, dopo la polemica di Renzi sulle regole, il partito ha fatto un dietro front di 180 gradi: non solo l’iscrizione, ma neppure la militanza attiva nel partito deve significare qualcosa. Ora i candidati alla segreteria nazionale pretendono di attribuirsi il calcolo delle percentuali prima ancora delle primarie. Ma con quale criterio? Con l’oligarchia degli apparentamenti? Ma non si doveva chiudere con le correnti? Per quanto mi riguarda ho scelto tra i candidati locali con la mia testa, senza tenere in considerazione i suggerimenti dei nazionali,ma è probabile che chi si fa vivo al circolo soltanto in questa occasione abbia in tasca un biglietto col nome da votare. E che dire di uno statuto/regolamento che prevede la nomina dei “delegati” e dei componenti dei direttivi da parte dei candidati al posto di segretario? Il “porcellum” applicato al PD? Come nel film di Moretti: andiamo avanti così, facciamoci del male!” E il male ce lo siamo fatto, eccome.















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