Dedicato ai giornalisti romani. Il collega del tg3 Santo Della Volpe, socio fondatore di articolo21 e compagno di tante battaglie in difesa della libertà dell’informazione (attualmente è anche direttore di Libera Informazione), si presenta candidato nella lista “Informazione & futuro” per l’elezione dei delegati al Congresso FNSI , in programma dal pomeriggio di oggi alla sera di domenica prossima 30 novembre (Roma,via in Lucina, dalle 16 alle 21 di oggi e dalle 10 alle 21 nei due giorni successivi). Se i suoi argomenti vi convincono, votatelo insieme a me (nandocan)
***di Santo Della Volpe, 28 novembre 2014 – Il nostro sindacato FNSI , e’ da rifondare. Senza dimenticare gli aspetti positivi degli anni scorsi, le battaglie fatte e vinte, quelle portate avanti con coraggio contro chi voleva asservire l’informazione ad una politica dominata dai conflitti di interessi e dalle lobby economiche piu’ potenti, contro i tentativi di metter sotto controllo le fonti delle notizie e le intercettazioni, contro chi ha usato le Querele Temerarie e le minacce ai giornalisti per cercare di coprire i lati oscuri del potere,le mafie,la corruzione.
Non possiamo pero’ dimenticare anche le battaglie concluse con tensioni e divisioni,perdendo pezzi di tutele di di persone,senza riuscire a dare una svolta alla crisi del nostro lavoro e cedendo spesso di fronte al tentativo di forti gruppi di pressione, degli editori e di parte del mondo politico, di far passare le necessarie tutele contrattuali conquistate negli anni per garantire la liberta’ d’informazione come privilegi o balzelli da superare. Dimenticando che solo un contratto vero e che tuteli tutti i giornalisti puo’ essere garanzia di democrazia e di sviluppo sociale,economico e/o culturale di questo nostro Paese.
L’ultimo nostro contratto e’ stato lacerante ed e’ necessario rifondare il nostro sindacato partendo da una riflessione seria sulle cause di queste nostre divisioni, sulle trasformazioni economiche del settore editoriale, sulla volonta’ di forti gruppi economici di forgiare a loro somiglianza (e seguendo solo le loro forme di potere fatte passare per esigenze) i giornalisti ed i diritti inviolabili della liberta’ d’informazione di cui noi siamo i garanti veri e fondamentali. E contemporaneamente diventa fondamentale per noi e per il futuro del giornalismo italiano, aprire i nostri confini ad un mondo giornalistico fatto di persone che si affacciano al nostro “mestiere” con entusiasmo,ma trovando il muro del precariato e dei contratti capestro come unico orizzonte.
Lo sviluppo tecnologico e’ stato poi interpretato ,dagli editori, per diminuire i giornalisti nelle redazioni, i diritti dei redattori ed il controllo sulle notizie, le testate nel loro complesso, con una politica editoriale miope,tipica di un “padronato” che non ha mai espresso editori puri ( almeno negli ultimi decenni) o nuove idee editoriali, possibili invece con l’uso delle nuove forme di comunicazione digitale. Ma anche noi siamo stati spesso in ritardo,sia nella comprensione dei fenomeni che caratterizzano il nostro settore,sia nella formulazione di una strategia di breve e lungo periodo. Anche per questo il recente contratto di lavoro ci ha diviso . Anche per questo credo che la FNSI vada rifondata.
Il prossimo Congresso della FNSI è dunque un passo in avanti per la nostra categoria; segna un’epoca perché fa emergere nuove esigenze e nuove tensioni verso il futuro e riflessioni su ciò che si è fatto finora. Non siamo riusciti a tenere le tutele per tutti ,abbiamo ceduto pezzi di garanzie senza ottenere in cambio che la categoria si rafforzasse con tutele per i meno garantiti. Abbiamo pagato un prezzo troppo alto, ci siano ammaccati tornando con i piedi per terra, senza riuscire a “volare”, a creare novità contrattuali, normative inclusive per tutti; abbiamo pagato la crisi, è vero, ma ora non dobbiamo più permettere che il futuro dei colleghi più giovani, professionalmente ma non solo,possa esser compromesso, diverso e differenziato dai colleghi più anziani che , a loro volta, non debbono veder diminuire tutele e garanzie ,senza vedere che queste sono trasferite ai giovani. Possiamo ,ad esempio, perdere anche pezzi della “exfissa”, ma solo se quelle risorse sono usate perche’ i giovani giornalisti possono vedere una pensione , avere un contratto ed uno stipendio dignitoso. Non e’ accettabile perdere istituti e garanzie solo per ripianare i debiti di editori che negli anni scorsi hanno invece abbondantemente incassato e dilapidato, senza fare i necessari investimenti!
Abbiamo bisogno di uscire dalla “cappa” della crisi e dell’emergenza continua, dettare noi “l’agenda” del nostro futuro professionale: rilanciare i nostri temi principali, come la libertà d’informazione,l’occupazione stabile per tutti e giustamente remunerata (anche come garanzia della libertà di essere liberi di informare senza condizionamenti),l’accesso alla professione e la lotta alla precarietà,un contratto da ridefinire e riformulare,forse differenziato al suo interno, ma con garanzie di base uguali per tutti, aggiornato nel mondo della multimedialità , nella “rivoluzione” della comunicazione e nel rapporto con i nostri “utenti”, lettori, telespettatori,viaggiatori sul Web ed ascoltatori.
Un contratto non difensivo, ma di trasformazione , gestito da noi: che sia sempre di più una cornice robusta e consolidata.















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